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Esperienze

27 Settembre 2020

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Ma come si fa ad incontrare l'Altro, nella sua Alterità?

Jacque Deridda, eminente filosofo dell'ultimo secolo, riferisce che l'esperienza più profonda dell'Altro la fa esattamente vedendosi visto dal gatto, che con lui condivide lo stesso spazio di vita:

Niente mi ha mai fatto pensare tanto all'alterità assoluta del vicino e del prossimo, quanto i momenti in cui mi vedo visto nudo sotto lo sguardo di un gatto.(Jacque Deridda, L'animale che dunque sono, Editoriale Jaca Book Spa, Milano, 2006, pag. 47)

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Come si fa a riconoscere l'Altro nella sua Alterità? E' una domanda ricorrente.

E' un esercizio quotidiano di Consapevolezza, di Attenzione, di Silenzio, di Ascolto. In principio è un pensiero. Man mano diventa un'esperienza episodica e dopo una realtà quotidiana.

 

Ogni giorno, dopo essere rimasta per lungo tempo a meditare sul pensiero di Deridda, e continuando ancora a meditarlo, mi capita di staccare, anche solo per un attimo, dalla routine della vita e rimanere inerte, silenziosa, senza parole, davanti ad uno dei miei animali incrociati nel nostro spazio condiviso, lasciando che questo Altro non sia più, almeno per un attimo, l'Altro che io ho deciso che sia, ma l'Altro a me ignoto, che ha un suo punto di vista, totalmente altro, a me sconosciuto, capace di interrogarmi, di dare senso alla Relazione vera tra noi, oltre le mie pretese razionali ed emotive.

 

Improvvisamente l'Altro inizia ad acquisire il volto di un Altro da me, quello che ha un suo pensiero preciso, un suo sguardo non casuale, con ragioni a me ignote, con il suo punto di vista. 

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E ciò mi mette ancora di più a tacere, mi conduce ad un silenzio ancora più profondo, dove, almeno per un attimo, anche solo un attimo, non ho più parole da proferire.

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E' proprio in quell'attimo di non più parole, di fine per le cose conosciute, che possiamo aprirci all'Altro, totalmente Altro da noi.

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Improvvisamente, almeno per un attimo, faccio l'esperienza di vivere con dei familiari sconosciuti, di vivere tra tanti Altri, che non sono l'estensione del mio sé.

 

Improvvisamente mi sento di vivere davvero con tanti altri esseri viventi, non più sola con una famiglia numerosa perché, come delle cose, li posso contare.

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Quando parlo di relazioni vive tra Animali e Persone, intendo dire che quel che osservo nella mia famiglia è che niente è uguale a sé stesso, attimo dopo attimo. Le relazioni di ciascun membro della famiglia con l'Altro, umano e non, sono continuamente diverse, modificate dalle modifiche di sé e dell'Altro.

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Gelosie, alleanze, recupero o cessione di spazi e giochi, richieste, vicinanze e lontananze, possessi, attenzioni, sguardi, condivisioni, interessi sono continuamente rinnovati. Io, come ciascuno dei miei animali, partecipo nel determinare cambiamenti e nel ritrovarmi cambiata. E tutto questo sempre entro le peculiarità di ciascuno, che pur si estende per incontrare l'Altro, nella sua Alterità.

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Se ognuno di noi fosse un soggetto isolato non farebbe nulla per spingersi verso l'Altro.

Alcuni cani sono più predisposti alla guardia, altri alla caccia.

E' bello vedere come gli uni si estendono fino all'Altro, coinvolgendosi nell'attività di caccia o di controllo e difesa che non gli sono prevalentemente proprie. E' bello vedere come gli uni si avvicinano all'Altro, umano e non, chiedendo di giocare insieme o di condividere del cibo o dei momenti di riposo o di rilassamento.

E' bello sentire la circolarità della vita relazionale. E qui la relazione non è vista come un dato di fatto perché ci sono due o più esseri viventi in uno stesso posto.

La relazione di cui parlo è la costruzione di una realtà comune con delle finalità produttive che, nel nostro caso, sono la realizzazione di uno spazio di vita condiviso e rispettoso dell'Alterità, dove si impara a convivere e ad essere amici gli uni con gli altri, superando le difficoltà di ciascuno. 

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E non è detto assolutamente che la guida delle relazioni stia sempre nelle mani degli umani. Se sono stata dura con dei cani ho visto gli altri, cani e gatti, andare in soccorso dei cani da me rimproverati, usando loro tenerezza, comprensione, consolazione, affetto e, contemporaneamente, essendomi di insegnamento per modificare reazioni, comportamenti e interpretazioni della realtà. 

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25 Settembre 2020

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Quando penso alla relazione Animale Persona non penso a relazioni perfette, irreali, ma ad esperienze di vita vive, imperfette, ma vive e vere. Penso a quel che ha detto Papa Francesco agli sposi: Litigate, ma la sera fate pace.

Qualunque cosa sia successo con i miei cani e gatti durante la giornata, cerco di andare a letto con la volontà e l'impegno di ripartire, di ricominciare dai nostri errori e dalle nostre incomprensioni, che errori non sono, e torno a moltiplicare le mie domande per qualcosa che è vivo, che non rimane mai uguale a se stesso: cosa posso cambiare, cosa mi si vuole dire, come posso capire meglio, e se modificassi questo di me, come moderare diversamente le mie reazioni, perché è successo, se fossi più paziente, ...

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E' importante non chiudere le porte ad una relazione, ma permetterle di esprimersi, pur con errori. 

E' importante manifestare affetto nelle relazioni, guardarsi negli occhi, farsi le coccole, prestarsi attenzioni, offrirsi del tempo reciprocamente.

Cercare di incontrare sempre più profondamente il mondo dell'Altro, dubitando fortemente della pretesa di generalizzare le nostre certezze, le nostre idee, le nostre interpretazioni della realtà. Ogni Altro, Animali compresi, ha un suo punto di vista, una sua esperienza e percezione della vita, delle risorse diverse con cui sentire e interpretare la realtà. Non c'è nulla di scontato. 

Penso che se il cane e il gatto hanno dei sensi come l'olfatto, l'udito, la vista diversamente sviluppati dai miei, sicuramente nella percezione e lettura della realtà hanno delle informazioni che io non ho. Vedono e sentono cose che io neppure immagino. Quel che per me è fantascienza, o scienza avanzata per pochi, per loro è semplice realtà.

Se devo costruire una casa io devo studiare molto e invece gli uccelli costruiscono capolavori di nidi senza un giorno di università.

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L'esperienza di vita familiare con i miei animali, e sono tanti per me, non è quindi facile, come nessuna vita familiare lo è. Eppure ogni giorno ripartiamo a vivere questa esperienza di famiglia allargata, costituita da persone e animali.

Mi si chiede come si fa a vivere tutti insieme, senza boxes, senza catene e confini fisici, insieme cani, gatti, persone, uccelli, lucertole, rospi, piante, ...

Ci educhiamo a vicenda. Sono stata spesso fortunata ad avere incontrato animali che mi educassero? Non credo. Nella vita c'è di tutto, ma non tutto viene percepito e visto. Quel che non vediamo, esiste comunque. Solo che noi non lo vediamo. Chi lo vede, lo usa, lo vive. Chi nega una realtà, a prescindere dalle ragioni, non ne può fare uso, si condanna a vivere senza quella realtà. Tutto qui.

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E' facile insegnare alle persone umane a pretendere da un cane il seduto, il terra, il torna. Ma non stiamo vivendo una buona relazione con il cane. Non si tratta neppure di chiedere al cane quel che serve dal nostro punto di vista.

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Come spiegare, a chi non vede, di costruire una relazione con ciò che non vede ancora.

Ecco perché le difficoltà nelle relazioni con i nostri animali, in genere, se non sempre, non dipendono dai nostri animali, ma da noi, persone umane, che poco vediamo e sentiamo della vita nostra e degli altri. Non è una colpa, è solo il nostro punto di partenza che tanto più ci è chiaro e tanto più possiamo trascenderlo, anche con l'aiuto dei nostri animali.

27 Settembre 2020
25 settembre 2020
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